DICEMBRE
1 - Buongiorno e buon inizio di Avvento. Il vangelo di Luca non vuole raccontare la fine del mondo, ma il mistero del mondo. Gesù ci prende per mano, ci porta fuori dalla porta di casa per sentire l’universo pulsare. L'universo soffre tutt'ora, patisce, si contorce come una partoriente (Is 13,8), ma per regalare nuova vita. Il presente porta già il “futuro nel grembo”. Ad ogni tappa tenebrosa e angosciante va a seguire un tornante che apre alla speranza e tutto cambia: “alzate il capo, la liberazione è vicina” (Lc 21,28). Gesù ci dice nel Vangelo di stare attenti che il cuore non diventi appesantito (Lc 21,34). Può arrivare lo sconforto, ma non gli permettiamo di sedersi a tavola e di mangiare nel nostro piatto. Non può esserci disperazione finché rimaniamo fedeli all'idea che la storia è, nonostante tutto, percorsa dalla salvezza. L’Avvento è un tempo di attesa fiduciosa e di speranza certa. Non si tratta di sentimenti passeggeri, ma sentimenti fondati sulla Fedeltà stessa di Dio. I Vangeli d'Avvento usano un doppio registro: levare il capo verso le cose ultime, Colui-che-si-fa-vicino, e abbassare gli occhi verso le cose di qui. Noi, abitiamo la terra con un passo leggero, custodi dei giorni e pellegrini dell'eterno, attenti al venire di Dio. L'attesa deve vincere. Allora, il nostro cammino può avere un senso. Felice domenica.
2 - Buongiorno e buon inizio settimana. Siamo in viaggio su questa terra e in cerca della Verità, della Vita, della Speranza. La lucerna della Parola di Dio ci orienta verso Betlemme. Quando c'è la volontà di camminare, ci sono pure tante tentazioni per rallentare il nostro cammino. Per fortuna non siamo soli nel viaggio che porta a Betlemme. Con i Magi arrivano “da oriente e da occidente” altri viandanti. A dare il benvenuto a Dio disceso dal Cielo si presentano quanti si credeva privi di fede, come il centurione del Vangelo odierno che tratta un servo come un familiare (Mt 8,6.8b). Il confine fra chi crede e chi non crede non passa più tra ebrei e non ebrei, ma tra cuori sensibili, che pulsano e cuori spenti. Gesù loda e porta ad esempio la fede di un soldato di Roma, nemico giurato di Israele, che pareva conoscere soltanto il linguaggio delle armi (Mt 8,10). Fuori Israele, Gesù incontra una fede più grande che in Israele. Fa pensare che i primi, per la loro incredulità, saranno ultimi (cfr. Mt 20,16).Dio rompe consolidati cliché e invita a rivedere il concetto di appartenenza religiosa. Gesù presenta dunque il centurione come membro del nuovo popolo di Dio, formato da quelli che hanno una fede salda come quella del patriarca Abramo. Ora serve chiedersi cosa renda credenti. Bastasse il battesimo! Ma non basta. Ci vuole di più: un cambio di marcia; si esca dalla logica delle abitudini e infedeltà; non ci si senta più a posto solo perché siamo “cattolici”. Da dove meno ci si aspetta arrivano coloro che credono. Anche nei cuori dei pagani, la grazia di Dio opera meraviglie. Magari fossimo “credenti” come quel centurione pagano che ha dato fiducia a Gesù. Quanti credenti non-credenti! Purtroppo ce ne sono tanti. Questo tempo di avvento è un momento favorevole di introspezione e di conversione. Buona giornata.
3 - Buongiorno per tutto il giorno. Contrariamente al pensiero mondano, diventare piccoli è il traguardo della vita spirituale. I veri grandi nel regno di Dio sono gli umili. “A chi è come i bambini - dirà Gesù - appartiene il regno di Dio” (Mt 19,13). Non gli orgogliosi, ma gli umili accolgono e comprendono il mistero di Gesù. In Lui troviamo la beatitudine a cui ha aspirato il desiderio degli antichi giusti (cfr Lc 10,24). Dio ama i poveri di spirito e i "poveri di cose". Sono due condizioni di vita che non sono così diverse. A chi sa fare a meno delle cose, si svela appieno il mistero di Dio. Di piccoli è pieno il Vangelo ed è popolato il paradiso. Dio riserva speciale tenerezza per coloro che, come i passeri, fanno il nido nella sua mano e si fidano. La loro condizione di apparente provvisorietà diventa la loro fortuna. Proprio perché esseri marginali e insignificanti, hanno posto in Dio il loro futuro. Gesù è il più piccolo dei piccoli e offre la medesima via. Farsi piccoli secondo il Vangelo, è la strada che porta alla luce. Il sentire comune tende ad accantonare il bambino che abita in ogni uomo per farlo diventare subito adulto e potente presso i potenti del mondo. In realtà, la meta del Vangelo è farsi piccoli e la Chiesa lo è quando rinuncia al consenso e a mire di onnipotenza. Aspiriamo a questo segreto della vita che ci porta alla gloria. Oggi è la memoria di San Francesco Saverio, sacerdote della compagnia di Gesù. Fu il più grande missionario dell'epoca moderna. Evangelizzò l'India, il Giappone, il Pakistan e la Cina. Preghiamo perché la Parola di Dio si diffonda ovunque e trasformi il cuore degli uomini . Buona giornata.
4 - Buongiorno. Il Vangelo odierno riporta che “si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi” (Mt 15,30). Gesù ha conosciuto fin dalle prime ore di vita una stalla e il tavolato di una mangiatoia. Matteo riporta che trent’anni dopo, la folla lo ha cercato e gli ha portato i malati. Avrà da lui parole rassicuranti e la guarigione dalle infermità (Mt 15,31). La gente non nasconde i suoi malati né li affida a specialisti. Sa bene che la principale cura per guarire è sentirsi amati. L’Avvento è un tempo di guarigione. Alcuni hanno problemi di ordine fisico. Tutti necessitano invece di potature e cure dello spirito. Questo è importante. La nostra preghiera, in questo tempo di attesa, sposi tutte le storie di angoscia e solitudine che abitano il Pianeta. Come allora in Palestina, Gesù restituisca dignità e salute ai feriti di oggi. Apra strade e crei nuove relazioni. Egli ascolta e dà risposta. Si avvicina, non evita il dolore, ma lo abbraccia, prende per mano e dà forza agli sfiduciati. Con quest'approccio, serve cambiare idea su Dio: da ‘stregone’ che risolve i problemi a un Dio che chiede collaborazione per sanare i guai provocati dall’egoismo nel nostro mondo (cfr. Mt 15,32-36). Buona giornata.
5 - Buongiorno per tutto il giorno. La gente aveva capito che per entrare nel regno dei cieli non servivano né tante preghiere dette solo con le labbra, né le mille regole volute dai Farisei. Decisivo era fare la volontà del Padre, cosa ben diversa da com’era stata descritta dai Farisei (cfr. Mt 7,21). Questi giustificavano ogni problema e ogni tragedia. Pensavano per esempio che le torri rovinate sui passanti e il sangue sparso dai Romani nelle mille rivolte della Giudea erano per loro una punizione di Dio (cfr. Lc 13,1-5). Si respirava invece fiducia quando parlava Gesù. Affermava sempre che Dio ama le sue creature e le vuole felici. Non minacciava, ma si faceva custode e avvocato dell’uomo. Notate che il Vangelo non chiede cose eclatanti, ma “amore gli uni verso gli altri”. Quanta gente è stata lasciata da noi fuori dal Regno perché “non era dei nostri”. Conta quanto amore si dona e non quanto si riceve. Dio cerca dentro di noi qualcosa in cui specchiarsi, cioè l’amore. Nella parabola delle due case - edificate sulla roccia o sulla sabbia - la differenza tra la prima e la seconda sta in un verbo: “mettere in pratica” (Mt 7,24). Contano poco le emozionanti liturgie e meno ancora i bei discorsi. Conta piuttosto e soltanto il “fare” la sua parola. È proprio la crisi che fa sentire il verbo “dire”. Abbinate dunque le parole con l'azione in quanto compimento della volontà del Padre celeste, cioè il fare solo quello che è gradito a Lui. Buona e felice giornata.
6 - Buongiorno per tutto il giorno. Nel racconto evangelico odierno, Matteo dice che due ciechi “seguirono” Gesù. Pare un controsenso… Come possono farlo se sono ciechi? Ci riescono perché Gesù stesso li attrae a sé come fosse una calamita. Va aggiunto che decidere di seguire Gesù è già una guarigione. Chi infatti diventa discepolo di Gesù, il Maestro di Nazaret, gli affida completamente la sua vita. Se si decidesse di stare con Lui solo quando si è perfetti, non ci sarebbe speranza per alcuno. Egli, invece, si prende cura di ogni cecità e di ogni povertà. La cecità del corpo è tangibile. Non è così per quella dello spirito. Quest’ultima esprime la fragilità di una persona “non ancora venuta alla luce” e schiava delle sue penombre. Per Matteo, a differenza di Marco e Luca, i ciechi sono due (cfr. Mt 9,27). Perché? Il secondo cieco rappresenta quella parte di noi che cerca di venire alla luce. Con il miracolo compiuto, la promessa di Isaia si realizza. L'epoca nuova comincia in Cristo e prosegue in noi quando sono gli occhi del nostro cuore che sono illuminati (cfr. Mt 9,27b). Il miracolo avviene tra le mura domestiche. Gesù li accoglie in casa, simbolo della Chiesa, come a dire che la Fede fiorisce nella comunità (cfr. Mt 9,28-30a). Gesù non limita il miracolo alla guarigione del corpo. Chiede la conversione del cuore. Se avviene, la luce sarà piena. Un aspetto importante è una domanda. Come tacere un beneficio ricevuto da parte di Dio? Non si può. L'azione di grazie è anche un vedere (cfr. Mt 9,3b-32). Buona giornata.
7 - Buongiorno e buon fine settimana. Prima che i Dodici andassero a predicare “alle pecore perdute d’Israele” (Mt 10,6), Gesù diede loro una consegna: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10, 8). Aggiunse anche di non portare con sé alcun effetto personale né denaro, ma di limitarsi ad andare in missione con quello che avevano a disposizione in quel preciso momento. Inoltre, il viaggio era lungo e snervante e portare dei bagagli pesanti non era agevole (cfr. Mt 10,9-10). Gesù impartì loro questi ordini perché sapeva che nel corso della loro missione, avrebbero ricevuto ospitalità e le cose di cui necessitavano (Mt 10,10b). Cercare guadagni nelle cose di Dio è meschino perché la missione di avvicinare gli uomini al Regno di Dio è già in sè stessa un premio. Nelle parole: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8), c’è tutta la gratuità della salvezza. Dio è pura gratuità! La gratuità supera le logiche del mercato, del consumismo, dell’individualismo e apre alla condivisione, alla socialità, alla fraternità, alla cultura del dare. Mettersi in seconda fila, vivere in sobrietà e ridimensionarsi nel predicare il Vangelo aiuta a far emergere l’azione gratuita di Dio, l’unico vero protagonista. Buona giornata.
8 - Buongiorno nel giorno del Signore. Oggi è la solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. In vista della redenzione, Dio ha preparato in Maria una degna dimora per il suo Figlio, Gesù. Maria è stata preservata dal peccato originale. In continuo dialogo con l'uomo peccatore, Dio lo vuole sempre alla sua presenza. Mentre il "dove sei" è un rimprovero all'uomo che si allontana da Dio e dalla sua grazia, è anche un richiamare l'uomo disobbediente a rientrare nella relazione con Dio (Gn 3,9) che ritroverà con il "Si" di Maria il vertice della disponibilità e dell'obbedienza (Lc 1,38). Nelle letture odierne di questa solennità, si può osservare questo schema: Disobbedienza dell'uomo a Dio - Piano di salvezza e di grazia di Dio - Collaborazione di obbedienza da parte di Maria che conferma la sua nuova vocazione. L'altro schema sarebbe questo: Dio che crea con la Parola ricrea sempre con la Parola, modella con la Parola e orienta le scelte dopo la parola ascoltata, meditata e accolta. "Ecco la serva del Signore, si compia in me secondo la tua Parola"(Lc 1,38). Dio ha un piano di vita e di salvezza. Conta sulla nostra collaborazione per realizzarlo nel tempo e nella storia. In Maria abbiamo un modello dell'ascolto, dell'accoglienza della Parola, dell'obbedienza e della disponibilità al servizio. È a questo che siamo chiamati anche noi. È l'oggetto della nostra lode: Benedetto Dio che ci ha benedetti in Cristo. In Lui, ci ha scelti per essere santi ed immacolati nell'amore. Ci ha predestinati ad essere figli adottivi ed eredi di Dio (cfr. Eph. 1,3-6.11-12). Figli della Chiesa, camminiamo accanto alla Beata Vergine Maria nella fede e nella speranza. Felice domenica.
9 - Buongiorno e buon inizio settimana. Nel Vangelo letto, quattro amici hanno caricato un uomo paralizzato sulle loro spalle per portarlo da Gesù e chiedere il miracolo (Lc 5,18). La guarigione del paralitico manifesta il doppio potere che il Padre ha dato a Gesù. Al paralitico che non muoveva più le gambe pareva un sogno. Attendevano il prodigio ed ecco l’inaspettato: “i tuoi peccati ti sono perdonati” (v. 20). È più di un miracolo, ma essi avevano altre aspettative: una guarigione fisica. Avevano bucato il muro di folla, inventato una strada che non c'era, scoperchiato una casa, mossi dalla forza di chi ha una fiducia ben riposta (v. 19). Il paralitico è perdonato per la fede d'altri. Quegli sconosciuti portatori sono icona della Chiesa che porta i pesi altrui invece di ribadire solo concetti. “...Ti sono rimessi i peccati” (v. 23), disse Gesù al paralitico. È un miracolo pieno di simboli: il peccato è raccontato come una paralisi che ingessa, o uno sbaglio che imbavaglia. Non c'è accusa dei peccati, non c'è espiazione della colpa, non c’è penitenza. C’è soltanto l’invito a prendere il lettuccio, l’odiata prigione, e volare via. Il Signore ha capito tutto. Perdona e basta. Il perdono dei peccati è il grande motivo della lode della gente a Dio. Ciò scandalizza gli schiavi delle regole che pensano: se basta così poco per esser perdonati, crolla l’impalcatura: addio regole, doveri e potere… (cfr. Lc 5,17.22). Ma le regole non sono un debito da pagare a Dio, ma un aiuto che permette di camminare verso Dio. Più che regole serve amore. È questo che dobbiamo capire. È il passaggio da fare nella vita quotidiana. Buona giornata.
10 - Siamo oggetto della tenerezza di Dio. Gesù è il buon pastore che va in cerca dell'uomo e lo riconduce all'ovile. Nella parabola raccontata, Gesù conta e riconta le pecore. Ne manca una. Quel pastore, che le conosce una per una, rischia il gregge per quella pecora con la testa tra le nuvole, o ribelle (Mt 18,12). Dio non punta il dito contro i figli usciti dal suo sguardo. Fa come l’amata del Cantico dei Cantici: la cerca finché non la trova: è un suo tesoro, sua, e non la vuol perdere (Ct 5,6-8; 6,1). Non sarà la pecora a ritrovare il pastore, ma lui a salvarla (Mt 18,13). Poi, invece di spezzarle una zampa come si faceva a mo’ di lezione, la carica sulle spalle per alleggerirle il ritorno. È felice il pastore per la pecora rientrata in gregge (Mt 18,14). Talvolta noi lo si perde di vista, lui mai. Conosce la nostra debolezza: e mette in conto pure quella. Così fa anche con i peccatori recidivi. C’è un feeling che lega i peccatori e Gesù, un cercarsi reciproco che scandalizza Scribi e Farisei. Dio pare una madre in ansia finché non ritrova il suo bambino. Prova una pena infinita quando ci perde, e tanta gioia quando ci ritrova. Guarisce lebbrosi, ciechi, muti e zoppi, non perché diventino perfetti, ma perché tornino ad essere persone felici. Però, se Dio non è un giudice inflessibile, non è neppure un bonaccione. Ha pagato salato la nostra salvezza. Possa vincere in noi l’amore di gratitudine. Felice giornata.
11 - Buongiorno per tutto il giorno. Gesù, con la sua mitezza e comprensione, consola e conforta. Il suo Vangelo non è un peso che opprime, ma una grazia che solleva e libera. È quindi necessario accoglierlo e credere in Lui. Un uomo vale non in base alla sua astuzia, ma alla bontà del suo cuore. La tenerezza dei sentimenti dice di chi sei figlio e quanta eternità ti abita. Ai discepoli, Gesù dice: “Imparate da me, dal mio cuore” (Mt 11,29). Dal Maestro si impara, ascoltando il battito del suo cuore: amore intenso e fedele. Non impone, ma promette un regno di pace e di gioia. A vivere, si impara dal cuore di Gesù. È un uomo senza poteri, leggero come una piuma, libero come un uccellino. Nessuno, allora nessuno lo ha mai potuto piegare. Decisivo è imparare dal suo modo di amare. È umile e senza pretese. Fa bene stare con Gesù perché diffonde serenità nell'arsura del vivere. Cerca discepoli del cuore: piccoli e grandi, donne e uomini a chi rivelare il mistero del Regno. Chi si crede già arrivato rischia di restare a lungo analfabeta del cuore. I funzionari delle regole, come gli scribi e i farisei, sono analfabeti del cuore. Dio non è un concetto, né una regola e non si riduce ad un sapere. Dio è il cuore buono della vita. Dice Gesù: «Prendete su di voi il mio giogo dolce e leggero» (Mt 11,30). Nel linguaggio biblico «giogo» indica la legge: prendete su di voi la mia nuova legge, dice Gesù, quella dell’amore. Dio ama la leggerezza: mai, neppure per un istante ferisce il cuore; sa incoraggiare e dare ristoro. Chi non vorrebbe un tale maestro? Buona giornata.
12 - In questo brano, Gesù tesse l’elogio di Giovanni Battista, il figlio di Elisabetta, figura chiave del suo tempo. Lo definisce come il più grande uomo nato sulla terra (Mt 11,11). Ponte tra il primo e il nuovo testamento (cfr. Mt 11,14), era una creatura temprata da digiuni, preghiere e silenzi, decisa a sollecitare tutti a una vita di conversione. Nel battesimo al Giordano di Gesù gli arriva la luce: “ecco il mio Figlio, ascoltatelo”. Ma nel buio della prigione, nuovi dubbi lo inducono a chiedere a Gesù: “sei tu colui che deve venire?” (Mt 11,2-3). Ma non meravigli il fatto che il precursore del Messia abbia sofferto incertezze ed eclissi. Ogni amore vero viene provato con il fuoco per purificarsi. Gesù avverte: chi “decide” di credere incontrerà resistenze da parte di chi si nutre di oscurità e semina veleno. Ma la fedeltà a Dio lo renderà perla rara. Dio offre continuamente dei portavoce come il Battista, a volte quasi eccessivi, perché maturi in tutti la nostalgia del ritorno del Messia. La fede non è affare per gente mediocre. È una cosa seria. Richiede la forza di rimettersi in discussione. C’è bisogno di credenti motivati e di “Giovanni” che aprano la via. In un'epoca come la nostra, in una stagione di vociferanti, essi diventano delle vere e proprie calamite, stelle di orientamento nei tanti crocevia dell’esistenza. Buona e felice giornata.
13 - Buongiorno. Giovanni Battista catturava l’attenzione delle folle e godeva di tanta stima. Ma le sue parole incisive non riuscivano a far breccia tra i potenti e i farisei. Così questi ultimi, dopo un primo momento di euforia, finivano per ridimensionare la novità della sua predicazione. Lo accusavano di essere una testa calda, trattamento che usavano pure con Gesù che definivano un mangione e un beone, amico dei peccatori (cfr. Mt 11,18-19). Insomma, la conversione dura poco se si limita ad emozioni. Si corre il pericolo di essere come gli ignavi, persone abuliche e spente. Pure oggi, davanti a profeti come Giovanni Battista, il mondo vive come quei bambini che Gesù osserva giocare sulla piazza (cfr Mt 11,16b-17). Dopo un primo momento di esultanza, viene sgretolata la forza di predicazione del profeta tacciandolo di essere squilibrato ed eccessivo. Si rischia di non essere mai soddisfatti di noi stessi, della vita, di Dio, ci si lamenta di tutto e in ogni momento, salvo poi non sapere nemmeno noi cosa si vuole. Solo un cuore onesto è in grado di accogliere con fede la notizia inaudita di un Dio che si veste di fragilità e di carne umana per liberare gli uomini dal male. Aprite il vostro cuore e scoprirete nella vita quotidiana il Figlio di Dio (cfr. Mt 11,19b), luce del mondo. Buon onomastico alle Lucia e felice giornata.
14 - Buongiorno e buon fine settimana. Dio non fa mai mancare al mondo i suoi profeti... Essi sono stelle di orientamento, e fari nella notte per quanti viaggiano in mari burrascosi. Talvolta per comunicare con noi, Dio si serve delle sgridate di un genitore, di un incontro imprevisto, perfino di una ferita che tarda a rinchiudersi. I profeti interpellano i singoli, ma arrivano pure alle nazioni. Sollecitano a improvvise sterzate e a cambi di marcia. Elia (profeta del IX sec. a.C.) è il profeta del culto del vero Dio contro i falsi profeti di Baal. Invita il popolo a fare ritorno all’unico Signore. L'ha fatto con segni di fuoco. Giovanni Battista gli assomiglia per aspetti del carattere e della missione. La sua vita sarà segnata, come quella di Elia, da fallimenti e incomprensioni. Per Gesù, è il nuovo Elia. Non è stato ascoltato, né capito, né accettato...ma rifiutato (cfr. Mt 17,11-12.13). Ha anticipato la sorte di Gesù destinato a soffrire. Pure il mondo di oggi non ama i profeti; tende a bastare a se stesso e a seguire comode vie di salvezza. Essi non godono di molta popolarità perché alzano la voce, sono esigenti e non accettano compromessi. Ma sono dono di Dio che, grazie a loro, offre opportunità di conversione. Chi accoglie i loro richiami vede prima di altri la luce dell’Oltre. Chiediamo a Dio la grazia dell'ascolto, dell'obbedienza e della conversione. Felice giornata.
15 - Buongiorno nel giorno del Signore. Dopo la predicazione di Giovanni Battista che chiedeva di preparare le vie del Signore, di abbassare le montagne e le colline, di riempire ogni burrone (Lc 3,4-5), la gente chiede: “e noi cosa dobbiamo fare?". Il Battista, che non ha nemmeno una veste degna di questo nome, dice: "chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha" (Lc 3,11). Ai pubblicani dice: “non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato” (Lc 3,13). Lui, che si nutre di cavallette e miele selvatico, parla con la vita. Da Giovanni vanno pure i soldati: "e noi cosa dobbiamo fare?". E dice: “accontentatevi delle vostre paghe" (Lc 3,14). È la legge della vita: per stare bene, serve dare. Nell'ingranaggio del mondo, Giovanni Battista immette una parola potente, il “dare", un verbo creativo, carico di futuro. Nel Vangelo il verbo amare si traduce con il verbo dare: non c'è amore più grande di chi dà la vita per quanti si amano (Gv 15,13); e Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio (Gv 3,16). Le parole del Battista invitano a tessere il mondo di bontà e di fraternità, a costruire una terra da cui esca la giustizia. Non di grandi profeti abbiamo bisogno, ma di profeti concreti, maestri di giustizia e di misericordia là dove sono. Portiamo un respiro di Cielo dentro le cose di ogni giorno. Solo così ricostruiremo il tessuto buono di un mondo nuovo. Buona giornata.
16 - Buongiorno e buon inizio settimana. Chi non crede e non è disposto ad accogliere Gesù ignora l'origine della sua autorità. Gesù non la rivela. I capi religiosi di Israele non sopportano che Gesù, solo un principiante e uno sconosciuto rubi loro il mestiere oltre che l’ascendente sul popolo. Non tengono conto di quello che insegna, ma chiedono i titoli che ha per farlo (Mt 21,23b). Gesù è accusato di non essere un Dottore della Legge. Non ha studiato nelle scuole rabbiniche, non ha abilitazione, né credenziali. Gesù si appella al Battista (cfr. Mt 21,25a), pur consapevole che egli, ritenuto un grande profeta dalla folla (Mt 21,26), era stato incarcerato e fatto decapitare da Erode. Anche Giovanni era una voce fuori dal coro che bacchettava quanti che, pur parlando bene di Dio, ne infangavano il nome con una vita poco esemplare. I Farisei volevano privatizzare l’opera di Dio e gestirla essi stessi erigendo palizzate che impedissero ai non addetti l’accesso al “mistero”. In realtà lo Spirito soffia dove vuole servendosi anche di persone ritenute lontane. Non sempre la Fede coincide con la "religione”: se non si trasforma in fuoco e non accende la vita, la religione è piatta e lascia indifferenti. Oggi non si è così diversi, né si è perduto l’intuito. Laddove si incontra coincidenza tra il dire e il fare, ci si mette in moto e ci si lascia interpellare. Buona e serena giornata.
17 - Buongiorno. Nel vangelo odierno, scopriamo un lungo elenco di personaggi che introduce ai giorni del natale del Signore. Una lista arida all'apparenza, ma ogni nome è anello di una catena di grazia. Non importa se la genealogia di Matteo si discosta da quella parallela di Luca. L'intento non è la precisione anagrafica, ma il messaggio che vi è sotteso. Matteo vuole comunicare che Gesù è il punto di convergenza di un percorso (cfr. 2Sam7,12-14a), percorso iniziato con Abramo, il primo chiamato, e il padre della fede nel Dio unico (cfr. Gn 12). Vi sono persone note ed altre meno: la storia della salvezza si realizza mediante attori protagonisti. Questa storia è una storia segnata da uomini e donne, santi e peccatori, eroi e miserabili, luminosi e ambigui personaggi. È la fotografia della condizione umana. Gli evangelisti non fanno come le dinastie reali che evidenziano gli esponenti di rilievo e nascondono altri. Gesù proviene dalla nostra piccola e fragile umanità, capace di vette e di abissi, di slanci e grettezze. Come è pienamente uomo, è anche pienamente Dio. Ognuno di noi è parte della genealogia di Gesù e, grazie a lui, la storia umana, spesso corrotta, diventa storia sacra. Buona e felice giornata.
18 - Buongiorno per tutto il giorno. Nel Vangelo di Luca l'annuncio è portato a Maria, ma in quello di Matteo è portato a Giuseppe. Tuttavia, se si accostano i due Vangeli, non si notano contrasti ma completamento. Alla fine, l’annuncio è fatto alla coppia, al Giusto e alla Vergine. Dio è all’opera dentro ogni coppia: cerca il loro sì... Senza il loro coraggio, Dio non avrebbe figli sulla terra. Giuseppe ama Maria, e pur ricambiato, pensa di lasciarla, non per sospetto, ma per rispetto. Maria è la donna dei suoi sogni, ma avverte che per lei è pronto un progetto. L'angelo lo rassicura e Giuseppe collabora attivamente al piano di Dio (Mt 1,20-21.24). Maria e Giuseppe sono poveri di cose, ma non di amore. Il loro amore è musica casta che sale verso il cielo. “Parrebbe quasi celare un patto di castità...” (San Giovanni Paolo II). Giuseppe, come succedeva ad Israele nel deserto, è messo alla prova per vedere che cosa aveva nel proprio cuore... (cfr. Sal 94,9). Nel cuore, Giuseppe scopre di amare Maria anche senza volerla possedere. E tale sentimento sarà la radice segreta della loro vita di castità. Ogni amore vero passa dal possesso alla custodia. Amare è una voce del verbo “morire”, e significa dare, mai rubare. Grazie alla fede e al sacrificio di Giuseppe e di Maria, Dio avrà un Figlio di carne, e l’umanità avrà un destino celeste. Buona giornata.
19 - Buongiorno per tutto il giorno. Giovanni, il Battista è anello di congiunzione fra l’antico e il nuovo Testamento, è un ponte fra il passato e il futuro, tra la storia di Israele e il regno di Dio. L’angelo Gabriele si rivolge per primo a Zaccaria, un sacerdote del Tempio, che vive con pena la mancanza di figli (Lc 1,7). All’angelo che gli dice “avrai un figlio” (Lc 1,13), pone obiezioni e rimane muto. Ma il progetto di Dio non viene meno: pur nell’età avanzata la moglie Elisabetta darà alla luce un bambino e diventerà con Zaccaria canale di salvezza. Invece, Maria riceve l’angelo a casa, a Nazaret, un borgo a 150 km da Gerusalemme. Gabriele le parlerà non in un Tempio, ma tra le mura domestiche. Dio esce dal Tempio - dove ha incontrato l’incredulità di Zaccaria - e abbandona la pomposità delle liturgie per incarnarsi nel quotidiano. Bellissimo a sapere. A pochi giorni dal Natale, la nostra vita diventi il luogo di accoglienza di Dio, la sua culla. Come a Maria e a Zaccaria, Dio chiede nuova collaborazione. C’è un salto di qualità. Dio si rivela nel quotidiano. Sarò pronto ad accoglierlo se non vivrò chiuso nel mio “guscio”. Felice giornata.
20 - Buongiorno. Maria vive a Nazaret, un borgo alla periferia del mondo, con circa 200 abitanti e fuori dalle rotte militari e commerciali. È un luogo mai citato nella Bibbia anche se, secondo alcuni studiosi, a Nazaret vivono i Nazirei, una parte dei discendenti di Davide. I Nazarei sono gente fiera di appartenere alla casata da cui, secondo le sacre Scritture, avrebbe dovuto provenire il Messia. Il racconto dell'incarnazione riempie di stupore e di poesia. Nel quotidiano dei giorni, Dio chiede ad un’adolescente di prestargli il suo corpo. In tal modo egli potrà "rivestirsi di carne" e lei diventare "porta del cielo". Sulla Parola di Dio, Maria crede a un prodigio. Crede che lei piccola creatura sarà la madre dell'Altissimo. È il senso del suo "Si" (Lc 1,38). Il mistero parte da lì. Maria diventa "ponte di grazia". Che bello. Per incarnarsi Dio non chiede ad una dea, né ad una potente nobildonna, ma ad una piccola ragazza di paese (Lc 1,26-27). È la logica di Dio che innalza gli umili (Lc 1,52b). Si china sull'umile che obbedisce per realizzare il suo progetto. Maria parla col principe degli Angeli alla pari. Non ha timore. Chiede informazioni, non vive sulle nuvole (cfr. Lc 1,28-38), sa bene cosa significhi affrontare il futuro. La vocazione del cristiano è analoga a quella di Maria. Dio continua a dire: “fammi spazio nel tuo cuore”. Sii grembo di Dio, e generalo al mondo. Apriamo il nostro cuore, cerchiamo di stare attenti a vari inviti di collaborazione, diamo la nostra disponibilità per offrire a Dio tutta la nostra vita. Grazie per la vostra generosità e felice giornata.
21 - Buongiorno e buon fine settimana. Il racconto di ieri continua nel brano di oggi. L'angelo è partito. È la fine delle apparizioni, fine del tempo straordinario... Come si sarà svegliata Maria il giorno dopo, cosa avrà detto e pensato? Tutta allucinazione? una follia? o tutto è reale? Si può pensare che Maria si è sfiorata il ventre. Troppe cose attraversano la sua mente. Allora decide di fare l'unica cosa sensata: capire se è vero e va dalla cugina col cuore in agitazione. La presenza del Verbo nel seno della Vergine Maria ravviva la sua carità. 150 km separano Nazaret da Ain Karim dove viveva Elisabetta (cfr Lc 1,39-40). Maria va ad aiutarla perché a sentire l’angelo è incinta. Ed è proprio tutto vero (Lc 1,41). Le due donne danzano nel cortile di casa, mosse da una santa esultanza: una sarà madre del Battista, l'altra del Messia, il Figlio di Dio. Nel racconto evangelico odierno, si nota la gioia di Elisabetta che incontra Maria, la nuova e vera arca dell'alleanza. Lo Spirito Santo santifica già Giovanni Battista nel grembo materno. Nell’abbraccio infinito tra di loro Elisabetta confida alla Vergine: “ma come hai fatto a credere così tanto, piccola Maria?” (Lc 1,45)… e Maria sorride. Il loro "Si" generoso permette a Dio di vestire la carne umana. Una vera missione la loro. Il Natale non è fugace emozione ma pronto coinvolgimento. Nelle mani di Dio tutto è possibile. Il nostro cuore diventi una calda mangiatoia di Dio, anzi un tabernacolo, come fu per Maria, la Madre. Felice giornata.
22 - Buongiorno nel giorno del Signore. Maria è stata raggiunta da un annuncio singolare: sarà la madre del Messia, il Figlio di Dio (Lc 1,26-38). Eppure non si ripiega in compiacimenti narcisistici. Raggiunge Elisabetta incinta come lei. Vuol esserle di aiuto in un momento tanto delicato (cfr. Lc 1,38-41a). Inoltre, potrà trovare conferma del segno datole dall'Angelo. Va, dunque, ad assistere la cugina, rivelando un amore più maturo della sua giovane età. Del resto è “piena di grazia” (Lc 1,28). Entra in casa di Zaccaria, ed Elisabetta esce con una espressione ispirata. Non sa dell’annunciazione, ma dice: “benedetta tu fra le donne” (Lc 1,42). Elisabetta fa l'elogio di Maria che capisce tutto dell'incontro con sua cugina Elisabetta. Le due donne sono i primi profeti del nuovo testamento. Il canto del magnificat non nasce da un momento di solitudine (Lc 1,46-47), ma nell'abbraccio di due mamme. Elisabetta spiega a Maria che il suo saluto è la ragione della sua gioia e del sussulto nel suo grembo di Giovanni. Maria porta la salvezza in casa sua. Saluto, salute, salvezza sono parole che hanno la stessa radice. Chi incontra Maria incontra il tabernacolo della nuova Alleanza. Il “si” di Maria ha permesso a Dio di cambiare le sorti dell'umanità, e che la stessa Maria decanterà nel suo magnificat. Sia lodato Dio per Maria, nostro modello di vera vita cristiana. Buona e felice domenica.
23 - Buongiorno e buon inizio settimana. Nasce, Giovanni Battista, il figlio di Elisabetta (Lc 1,57), il precursore del Messia. Zaccaria, il marito di Elisabetta rimane muto perché lui, sacerdote del Tempio di Gerusalemme, inseguiva le logiche umane (cfr. Lc 1,62-63). Elisabetta non lo accontenterà nelle richieste della tradizione che imponeva che il figlio portasse il nome del padre. Quel tempo è finito, direi passato (cfr. Lc 1,59-61). Ora occorre ascoltare gli angeli, messaggeri dell'Altissimo (cfr. Lc 1,60.66b). Pazienza per quanti amano solo le usanze religiose. Quanto poco c’è di Dio nelle presunte tradizioni di facciata! È tempo di convertirsi e di passare dal silenzio al canto, dalle abitudini consolidate alla novità e allo stupore della Fede. Tacciano quanti non fanno che criticare e che tendono ad appiattire la fede alle logiche del buon senso. Dio non si lascia ingabbiare, né indirizzare da visioni anguste. È lui il regista della storia. Pessimi consiglieri la presunzione e l’orgoglio. Ed ecco finalmente sciogliersi la lingua di Zaccaria. Riprende a parlare (Lc 1,64). È liberato grazie ad Elisabetta, che ha seguito in pieno le logiche celesti. Lasciamo che sia Dio a parlare, a dettare le regole, a prendere il sopravvento sulle nostre paure. Nascerà Dio in mezzo a noi e serve una mente libera per accoglierlo. Disponiamoci ad essere tra quei beati che l'aspettano con gioia e amore. Buona e felice giornata.
24 - Buongiorno per tutto il giorno. Zaccaria benedice Dio perché ha ascoltato la sua preghiera di diventare padre. In realtà, ha avuto un bambino, a cui è affidata una missione speciale, quella di preparare la via del Signore (Lc 1,76-79). Fra poco, celebreremo il Natale, una festa della famiglia, delle relazioni e dei buoni sentimenti, ma il vero Protagonista della festa è escluso. Come Zaccaria, reso muto per la poca Fede (Lc 1,20), serve ricordare la ragione della festa: Dio veste la carne di un bambino per essere il Dio-con-noi. Zaccaria, grazie al forzato silenzio, ha tempo e modo di riflettere e, soprattutto, di ribaltare le sue convinzioni. Alla fine, si piega alla volontà di Dio superando la logica negativa dell’orgoglio e di chi avrebbe voluto la supervisione su tutto. Ora è pronto a rinascere, a fare della sua vita una tessera del mosaico di Dio, ad uscire da una visione chiusa della fede, fatta di sola ritualità. Guardiamo a Zaccaria, che si era rassegnato ad una vita sterile, e che ora si ritrova invece a benedire il Signore (Lc 1,67-79). Quando ci si apre alla Parola di Dio, si riacquista luce e voce, si diventa capaci di leggere i suoi prodigi e il cuore si decide per una prospettiva “altra”. Questa è la meraviglia che Dio opera nella nostra vita. Con la sua Parola, rinasciamo a vita nuova. Buona giornata.
25 - SANTO NATALE; Il segno? Un bambino avvolto in fasce, con i limiti di ogni neonato, tra vagiti, paure, bisogno di tenerezza e umane necessità (cfr. Lc 1,12). Che fatica riconoscerlo. Natale ci aiuta a scoprirlo. Natale rivela la piccolezza di Dio. È talmente “nessuno” da non trovare nemmeno un posto per nascere. Una stalla per animali sarà la reggia del Re dei Re (cfr. Lc 1,7). Qui si fa a gomitate per salire e comandare. Lui, invece, va in direzione opposta: preferisce scendere e stare tra gli ultimi. Ecco perché comincia dai pastori (Lc 1,8). Capaci di leggere un cielo stellato, sanno accorgersi pure del loro Creatore. “Non temete”, diranno loro gli angeli (Lc 1,10). Dio non può fare paura. Se lo facesse, non sarebbe più il Dio che stiamo cercando. Bussa alla porta di ogni vita disarmato, il Dio-bambino, non un tiranno. Gesù si fa “carne”... e viene a riconsacrare il corpo, a ridargli dignità (cfr. 1,11). Così ognuno è “casa” di Dio e ogni violenza fatta al prossimo è violenza fatta a Dio. A Betlemme non c'era posto per loro... Nascerà fuori le mura ed entrerà nel mondo dal punto più basso, in fila tra gli esclusi. Rinasci Chiesa, più pulita, più umile, più madre; rinasci cristiano, credibile oltre che credente; rinasci politica più vicina e meno litigiosa. Vinca l’Amore di Gesù bambino. Insieme all'angelo e alla moltitudine dell'esercito celeste, lodiamo Dio con il più bel canto: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama" (Lc 1,14). Dio è ormai con noi. Rallegriamoci ed esultiamo. Felice e Santo Natale.
- Santo Natale. Dio ci sorprende e ci stupisce sempre con il suo amore. Sappiamo come ha preparato la nascita del suo Figlio nel mondo. Ora, realizza la sua promessa antica: nasce un salvatore nella casa di Davide, suo servo. Questa nascita non ha niente di particolare e di straordinario. Nessun ufficiale ha saputo di quella nascita. Né l'imperatore Augusto, né il governatore Quirino. Gli invitati all'evento sono gente semplice, i pastori. La semplicità, l'umiltà e la povertà caratterizzano la nascita. In un mondo di consumismo e di facciata, la nascita del Salvatore ci invita piuttosto alla lode: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini". Si. Abbiamo bisogno di pace, un dono prezioso da custodire e da proteggere. Per parlare della pace, gli ebrei utilizzavano il termine "Shalom" che significa benessere, armonia con se stesso, con la natura e con gli altri, l'assenza di malattia, di guerra... È questa pace che dobbiamo costruire nelle nostre famiglie e ovunque. Beati gli operatori di pace. Saranno chiamati figli di Dio. Buon, Felice e Santo Natale.
26 - Festa di Santo Stefano, martire; All’indomani del Natale di Gesù, la Chiesa fa memoria del suo primo martire: Santo Stefano per ricordare che credere coinvolge l’intera esistenza. Stefano è uno dei sette discepoli scelti dagli apostoli per servire la comunità perché "pieno di fede e di Spirito Santo" (Atti 6,5; cfr. Atti 6,8.10; 7,55a). Nell’anno 36 d.C. Stefano fu accusato di bestemmia dal Sinedrio e fu condannato alla lapidazione. Uno dei suoi inquisitori era Saulo di Tarso (Atti 7,58). I discepoli non avranno sempre giorni sereni (Atti 6,12; 7,54; Mt 10, 17-18.22a). È bella la Chiesa quando va dritta per la propria strada, quando tiene lo sguardo fisso sul suo Signore. Quando non lo fa, combina solo guai. È grande quando riesce a rendere “indigesto” il Natale; quando richiama alla verità del Mistero e invita a non lasciarsi prendere dalle luci di contorno. Stefano non si è piegato alle logiche del mondo, né ha voluto rinnegare il proprio Signore. Ha seguito Gesù crocifisso e l'ha imitato (cfr. Atti 7,59-60). Dio si fa uomo a Betlemme, ma l’umanità lo accoglie solo a parole. La sua Luce illumina le tenebre, ma le tenebre sono insofferenti alla Luce di Gesù. In una giornata nuvolosa, non si vedono le ombre. C’è bisogno del sole per notarle. Allo stesso modo avviene con la Fede. Quanti santi “Stefano” nel mondo. Va bene emozionarsi davanti al bambino Gesù, ma quel Piccolo è già un segno di contraddizione. Santo Stefano sta a ricordare che il Natale, infarcito di cose inutili, gronda sangue. Cerchiamo di essere veri discepoli, testimoni di Gesù Cristo. "Chi persevererà fino alla fine sarà salvato " (Mt 10,22b). Buon onomastico agli Stefano e Stefania. Felice giornata.
27 - Buongiorno per tutto il giorno. Oggi è la festa di San Giovanni apostolo ed evangelista. Giovanni è l’apostolo che più di ogni altro discepolo di Gesù ha volato alto. Ha puntato dritto verso il sole come sanno fare soltanto le aquile. Sintetizzerà la nascita di Gesù con le parole: “e il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Nel Crocifisso e nel Risorto, poi, Giovanni legge pure il mistero del piccolo Gesù che, fin dalle privazioni delle prime ore di vita si rivela Salvatore. “L'altro discepolo”, quello che Gesù amava, corse più veloce (Gv 20,4b). Giovanni arriva prima di Pietro a “capire” la risurrezione di Gesù, e a “credere” in essa (Gv 20,8). Egli utilizza l'intelligenza del cuore, come afferma un detto medievale: “mentre i sapienti camminano e i giusti corrono, solo gli innamorati volano”. Giovanni sapeva volare nell'amore di Cristo. Chi ama capisce non solo più a fondo, ma pure prima. “Vide i teli posati là” (Gv 20,5). Giovanni vide e credette (v.8b). Pure di Pietro si dice che vide (v. 6), ma non che credette. Giovanni crede perché i segni sono eloquenti per il cuore. E il cuore precede sempre la mente. Anzi, i segni sono più che sufficienti per capire. Il discepolo amato ha un cuore pronto a bruciare la distanza tra Gerusalemme e i sepolcri, tra i segni e il loro significato. Beato il cuore che brucia e che “vede” lontano. Buon onomastico ai Giovanni, Giovanna, Gianni e Gianna. Felice giornata.
28 - Buongiorno e buon fine settimana. Gesù è braccato fin dai primi giorni di vita. Nato a Betlemme nel corso di un censimento, sarà esule in Egitto (Mt 2,13b.14) e rientrerà a Nazaret solo verso i tre anni (Mt 2,15a). Sarà ospite di popolazioni in fuga come la sua al limitare del deserto; imparerà lingue e culture nuove, avrà disagi e privazioni di ogni genere. In tanta precarietà, Maria e Giuseppe moltiplicheranno le attenzioni per il loro "Tesoro" chiamato a rivelare il volto misericordioso di Dio. La sofferenza segnerà già le sue prime ore di vita: Erode non ammette concorrenti (Mt 2,13c); pure Dio gli fa ombra temendo gli possa rubare lo scranno. Allora scatena la sua furia omicida mandando a uccidere i bambini sotto i due anni di Betlemme con l’intento di eliminare la vita del Messia (Mt 2,16). Quel dramma continua oggi nel mondo. Sono inenarrabili le violenze sui bambini. Il mondo non impara: eppure promuovendo la vita dei piccoli si salva il futuro. I bambini sono la nostra speranza. Gli occhi dei piccoli sono veri oblò su Dio, e il loro dolore è assurdo quanto quello del Signore Gesù sulla croce… Guai a chi “tocca” i piccoli! Il Natale si liberi da una visione magica e idilliaca e riporti alla sua natura profonda di lotta fra luce e tenebre, fra chi accoglie Dio e chi lo respinge. Difendendo i bambini, promuoviamo la vita e la estendiamo al mondo intero. È la missione di oggi per ogni credente. Buona giornata.
29 - Buongiorno nel giorno del Signore. Oggi è la festa della SANTA FAMIGLIA di Nazaret; Con il cuore in pena Maria e Giuseppe cercano per tre giorni Gesù (Lc 2,44). Ritrovato, Maria gli chiede: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre ed io angosciati ti cercavamo” (Lc 2,48). La famiglia di Nazaret è come le nostre famiglie: alterna giorni sereni ad altri tenebrosi. Maria, la madre, più che rimproverare il Figlio, vuole capire. Ecco il senso del "perché". Una spiegazione ai "perché" c'è sempre se rimane aperta la porta del dialogo tra genitori e figli. Se le cose sono difficili a dirsi, a tacerle diventano impossibili. “Non sapevate che io devo occuparmi d'altro?” (Lc 2,49), risposta di Gesù alla Madre. I figli non sono nostri, appartengono a Dio, al mondo, alla loro vocazione, ai loro sogni. Un figlio non deve impostare la sua vita in funzione dei genitori. Non lo sapevate? me lo avete insegnato voi: il primato di Dio! Ma essi non compresero (cfr. Lc 2,50). "Gesù tornò a Nazaret e stava loro sottomesso" (Lc 2,51a). C'è qualche divergenza di vedute, eppure Gesù torna a casa con loro pur non avendo tutto chiaro. Afferma: Io ho un altro Padre, ma sto con questo padre. Cresce dentro una famiglia imperfetta, in comunione, pur con orizzonti diversi. Tra l'infanzia e il futuro adulto di Gesù, stanno trent'anni con una vita umile a Nazaret. Avrà come maestri due solide colonne: Maria e Giuseppe. Ringraziamo i nostri genitori che ci hanno educato alla vita e che vegliano su di noi giorno e notte. Dio li benedica. Dio benedica anche le famiglie che vivono nella comunione e nell'armonia. Sostenga soprattutto le famiglie in difficoltà. Buona e serena domenica a tutti.
30 - Buongiorno e buon inizio settimana. Attendere con speranza la realizzazione della redenzione durata tanti anni è l'esperienza vissuta da Anna, la profetessa al servizio di Dio giorno e notte con digiuno e preghiera (Lc 2,37b). In effetti, non si allontanava mai dal tempio (Lc 2,37a). Era molto avanzata in età ed era vedova (Lc 2,36). Modello di perseveranza e di fedeltà (cfr. Lc 2,36), serviamo anche noi il Signore in santità e giustizia tutti i giorni della nostra vita. Buona e serena giornata.
31 - Buongiorno e buon fine anno.
Giovanni è l’unico evangelista che comincia il suo Vangelo non con un racconto, ma con un punto fermo: il Verbo (Gv 1,1). Il mondo non nasce dal caos, ma dal Verbo (la Parola), il Figlio di Dio. E Dio ricomincia da Betlemme. Aveva plasmato Adamo con la polvere del suolo (Gn 2,7); ora diventa egli stesso argilla di un piccolo vaso. Eccolo, uomo come noi (Gv 1,14a). Da allora, c’è un frammento di Dio in ogni carne, qualcosa di Lui in ogni uomo, una santità iniziale, un raggio della sua luce in ogni vita. Creatore e creatura si sono abbracciati, e sono una sola cosa in Gesù uomo-Dio. Gesù non si è incarnato per portare un elenco di verità, ma la vita nuova; non ha comunicato teorie religiose, ma una forza vitale: nasce perché io rinasca. Dice a tutti: "amo la tua solitudine e il tuo cercare, amo le tue lacrime, ma anche la tua debolezza. Nulla della tua vita mi lascia indifferente. Ho una predilezione particolare per te". “A quanti l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Dio non si merita, si accoglie. E l’uomo diventa ciò che accoglie, ciò che lo abita. Questo è molto importante da capire. Se l’uomo accoglie vanità diventerà vanità, vuoto; se accoglie disordine creerà caos, se accoglie Dio sarà e darà luce e amore. Concludiamo bene quest'anno 2024 e iniziamo il 2025 con questo bel proposito: accogliere Dio, Verbo incarnato, per diventare Presenza di Dio al mondo. Felice giornata.